"Sono vivo e sto bene grazie a 'La Nazione' e alle mani di un medico che ora rischia il posto di lavoro".
La storia di Giacomo Francesco Paternò, 37 anni, fiorentino, è lunga, dolorosa e ha avuto un esito positivo grazie ad un articolo di giornale e a un giovane dottore.
Giacomo ha una malattia grave, una scoliosi congenita degenerativa. Fin da bambino entra ed esce dagli ospedali e dalle cliniche cercando una soluzione al suo problema. A 16 anni un incidente stradale lo costringe a una difficile operazione: gli viene messa una barra d'acciaio sulla spina dorsale. La sua situazione si aggrava, ne risentono anche le articolazioni, ha dolori lancinanti, la sua colonna vertebrale peggiora ogni giorno fino a spingere sui polmoni rischiando di traforarli e sui nervi delle gambe che perdono sensibilità.
Giacomo cresce e con lo sviluppo, anche la sua patologia aumenta e rischia da un momento all'altro di rimanere immobilizzato, se non di morire.
Prova dai migliori specialisti, gli rispondono che non ci sono buone prospettive, probabilmente nel giro di due mesi dovrà cominciare a usare una sedia a rotelle per muoversi.
Navigando in internet alla ricerca di qualcuno che come lui ha la sua malattia, trova una clinica specializzata nei problemi della spina dorsale a Tampa in Florida.
Si mette in contatto con i medici che gli danno una speranza, ma ad un prezzo elevatissimo: 350mila dollari, oltre al viaggio e alla permanenza negli Usa.
Il tempo scorre e quando pensano ormai che sia tutto perduto la speranza arriva in maniera insolita, dalla cronaca de 'La Nazione'.
A ottobre dello scorso anno Giacomo legge sulle nostre pagine un articolo: è la storia di una signora rumena residente a Firenze, di nome Bambu. Anche lei ha una scoliosi degenerativa. Quando tutto sembrava perduto, la donna è stata salvata da alcuni giovani medici del CTO che l'hanno operata con un metodo chirurgico innovativo e nel giro di 24 ore le hanno permesso di tornare a camminare.
Subito Giacomo contatta i medici. Trova il neurochirurgo Homere Mouchaty che lo accoglie, lo visita, lo opera d'urgenza. E lo salva.
"Devo tutto a lui" dice l'uomo. "Ma so che il medico rischia di lasciare Careggi. E' in scadenza di contratto e pare che non sarà confermato. Lasciamolo a Firenze - chiedono i pazienti -. La Toscana non lo costringa a cercare un lavoro altrove"
Manuela Plastina
(articolo tratto da "La Nazione")