Le scoliosi che si presentano sintomatologicamente in età adulta possono essere acquisite (degenerative o fratturative) oppure ideoopatiche giovanili passate inosservate o comunque rimaste asintomatiche fino ad un’età adulta. Un altro gruppo di scoliosi corrisponde a quelle affezioni relative ad un difetto neurologico acqisito, ereditario o congenito. La sintomatologia iniziale nelle scoliosi degenerative è quasi sempre il dolore, lombalgia o dorsalgia, ancor prima del presentarsi della sintomatologia radicolare o mielica. L’eziologia della scoliosi in questi pazienti è quasi sempre però multifattoriale. La componente discopatica e la deformazione delle limitanti somatiche a causa della carenza della funzione discale, le ernie discali da deviazione dei metameri, la radicolopatia e la reazione antalgica deviante, la frattura e la deformazione vertebrale, spesso su base osteopatica o osteopenica, una base scoliotica anche minima, la ipostenia muscolare dell’anziano, alterazioni psicoposturali, altre cause anche viscerali o altro.
In realtà, il trattamento conservativo (non chirurgico) è il gold standard per questa patologia. La fisioterapia con cura della postura è spesso infatti resolutiva di almeno metà delle affezioni causali della scoliosi. Riuscire, senza intervento chirurgico a correggere anche parte del disallineamento grazie ad allungamenti e ristrutturazione neuromuscolare può permettere di rallentare l’evoluzione clinica e di ridurre il dolore. Al paziente è quindi spesso concesso in questo modo di riprendere le attività quotidiane. E’ possibile che il pazinte debba ricorrere a farmaci antidolorifici, soprattutto nel periodo iniziale. L’uso dei cortisonici per lunghi periodi è spesso sconsigliato soprattuttto per il rischio di deterioramento dell’osteoporosi nei pazienti in età medio-avanzata e quindi deteriorare la situazione di supporto osseo e aggravare le curvature scoliotiche. Il busto ortopedico può essere consigliato solo in età avanzata quando l’intervento chirurgio non è eseguibile e le speranze di recupero muscolare sono minime. La cura dell’osteoporosi o dell’osteopenia, quando presenti, è assolutamente necessaria.
L’intervento chirurgico è indicato qunado una delle le seguenti condizioni è presente:
- progressione radiologica della deformità;
- evoluzione neurologica radicolare o mielica;
- resistenza alla terapia conservativa per mesi.
L‘osteoporosi non è più considerata una controindicazione grazie alla possibilità di rinforzo con PMMA (cemento).
Si utilizzano spesso le artrodesi posteriori la cui estensione è decisa secondo il numero di metameri compresi nella scoliosi e secondo l’entità della sua curva.
Spesso, in caso di tratti non molto lunghi, si riesce a ricorrere a interventi eseguiti per via mininvasiva con o senza l’utilizzo del rinforzo con PMMA.
In alcuni casi si ricorre a intervento di artrodesi per via anteriore, anch’essa a volte realizzabile per via mininvasiva.
Il primo risultato ottenuto postchirurgicamente è la scomparsa della scoliosi e il recupero delle curve fisiologiche. Tale risultato è rilevabile clinicamente e su Rx di controllo. Il paziente lamenta solitamente dolore intenso per circa due giorni durante il ricovero e viene dimesso dopo circa 4 giorni con un dolore che combatte con farmaci antidolorifici per circa una settimana. Dopo un mese il paziente sta bene e recupera le attività quuotidiane che non comportano sforzi. Dopo cira tre mesi la maggior parte dei pazienti riprendono anche attività sportive. In vari casi, a causa del cambiamento posturale globale vi possono essere transitorie sofferenze del bacino a livello dell’articolazione sacroiliaca o di quelle coxofemorali. Queste affezioni si risolvono con antidolorifici e attività rieducative mirate.
Homere Mouchaty
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Percutanea | |
Percutanea con PMMA | |
Percutanea con PMMA | Tradizionale con collegamento alle creste iliache |